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Channel: IL BLOG DI ANDREA D'AMBRA » candidati pd esteri 2013
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Intervista a Italienaren.com

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Qui sotto l’intervista rilasciata alla rivista on-line degli italiani in Svezia

Cosa significa per te essere un italiano all’estero?
Quello di lasciare la propria terra non è affatto una scelta facile e quando si comincia a porsi questo dubbio è perché si è costretti da un sistema politico che non pensa ai giovani, che sono il futuro. Se oggi sono candidato nella circoscrizione Europa con il MoVimento 5 Stelle non è un caso ma anche per cercare di invertire la tendenza e porre fine a questa triste emorragia di cervelli, per far tornare in Italia ciò che abbiamo di più bello, oggi dispersi un po’ ovunque nel mondo, da noi “regalati” a quei paesi che capiscono cosa significa investire sui giovani e sul futuro. Essere italiano all’estero significa anche poter prendere quelli che sono gli esempi e le pratiche migliori dei paesi in cui viviamo e farli realizzare anche in Italia.

Cosa puoi portare in Parlamento? Quali saranno i tuoi “cavalli di battaglia”?
Le mie battaglie passate, portate avanti da cittadino non eletto e per pura passione civile sono la dimostrazione di quello che è il mio impegno nel portare avanti delle cause in cui credo. Se quelle sono le premesse da “cittadino-volontario” lascio a voi immaginare quelle che potrebbero essere le mie  battaglie e risultati da “cittadino-deputato”.

Come ho già avuto modo di dire poco piu su, uno dei primi impegni che mi farò carico di portare avanti in caso di elezione alla Camera in rappresentanza degli italiani all’estero sarà quello di fare in modo che i troppi giovani che oggi sono costretti ad emigrare possano continuare il loro futuro nel nostro amato paese, investendo ad esempio sulla ricerca e l’università per creare poli di eccellenza che premino il merito, per davvero, e che non li obblighino a dover espatriare e creando un sistema di incentivi per le imprese che decidano di assumere giovani “in fuga” all’estero.
Per i connazionali che invece sono decisi a restare nel paese estero di residenza l’impegno è teso al miglioramento del rapporto con le rappresentanze delle istituzioni italiane attraverso l’informatizzazione e lo sviluppo della rete consolare invertendo la triste e folle tendenza che negli ultimi anni ha visto invece la chiusura di importanti consolati e centri di cultura italiana.
L’impegno di far pesare davvero la rappresentanza degli italiani all’estero all’interno del Parlamento affinché non vengano considerati cittadini di serie B e penalizzati (ad esempio rivalutando gli assurdi criteri per cui oggi chi risiede all’estero e ha una casa in Italia vede questa considerata ai fini dell’IMU come seconda e non come prima casa, passando alle lungaggini burocratiche ingiustificate e discriminatorie che subiscono ogni qualvolta devono avere a che fare con la pubblica amministrazione italiana per il rilascio o il rinnovo di un documento).
Mi considererò un “dipendente” dei miei elettori, un loro portavoce, rifiuterò il troppo abusato (e inesistente in altri paesi) appellativo di “onorevole”. Insieme agli altri eletti del MoVimento 5 Stelle ci ridurremo lo stipendio (unici a farlo) dagli attuali ca. 12mila Euro (record mondiale!) a 2500 Euro.

Come MoVimento 5 Stelle nostre priorità saranno una legge anticorruzione,l’introduzione del reddito di cittadinanza, l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti, l’introduzione del referendum propositivo senza quorum , un massimo di due mandati per chi viene eletto (affinché la politica non diventi una professione a vita),  una legge sul conflitto di interessi, misure per il rilancio della piccola e media imprese sul modello francese; annullare i vergognosi tagli alla sanità, ai trasporti e alla giustizia oltre che all’istruzione approvati senza distinzione da destra e sinistra sotto la copertura del governo Monti  e il recupero dall’abolizione delle grandi opere inutili come la Tav, l’informatizzazione e semplificazione dello Stato e l’accesso gratuito alla rete per la cittadinanza.
.Al ritornello del “non ci sono i soldi” basta fare un elenco che mostra che questi ci sono eccome. Stiamo parlando di miliardi di euro che prenderemo dalla riduzione dei stipendi dei politici, dall’abolizione rimborsi elettorali, vitalizi e privilegi; dallo stop a finanziamenti a pioggia su progetti inutili, al clientelismo, al finanziamento all’editoria, agli enti inutili come le Province, agli stipendi e le pensioni d’oro dei manager pubblici; Alla Lotta all’evasione e all’elusione fiscale (ca. 150 mld €); Alla lotta alla corruzione (ca. 60 mld €); e ancora alla lotta alla criminalità organizzata (ca. 150 mld €).

Cosa intendi fare per l’eventuale finanziamento per i giornali online delle comunità di italiani all’estero?
Su questo tema è d’obbligo una premessa: il MoVimento 5 Stelle si è sempre battuto per l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria perché consideriamo che questa porta troppo spesso a distorsioni sia a livello economico (si parla tanto di libero mercato e poi quelli che si definiscono imprenditori sono i primi a chiedere e ottenere finanziamenti pubblici) che politico e di informazione (un giornale che dipende da finanziamenti pubblici ci penserà più volte prima di essere critico verso l’establishement politico da cui dipende l’erogazione dei finanziamenti).

Per questo ho accolto con molto piacere la decisione del Fatto Quotidiano che, unico nel panorama giornalistico italiano, sin dalla sua nascita, ha rinunciato ai finanziamenti pubblici. Questo perché se un giornale merita questo verrà premiato dai suoi lettori che lo finanzieranno acquistandolo.

Per quanto riguarda i giornali online delle comunità di italiani all’estero posso testimoniare su quello che sto vedendo personalmente in questa campagna elettorale. Ci sono tante testate (on-line e/o cartacee) di italiani all’estero che ricevono fondi pubblici e secondo quanto dice la legge (art 8 comma 8 del DPR 104 del 2003) dovrebbero in ragione di ciò consentire equo spazio a tutte le forze politiche. Questo però rimane quasi sempre sulla carta e questi periodici, finanziati con i soldi di tutti gli italiani, restano troppo spesso appannaggio esclusivo dei soliti partiti/parlamentari eletti all’estero che li utilizzano come “fogli di propaganda politica”.
Finché questa sarà la realtà e le conseguenze del finanziamento pubblico ai giornali sarà molto difficile quindi per noi del MovImento 5 Stelle appoggiare scelte del genere che certamente sono devianze ma che attualmente sono diventate generalizzate e rappresentano una regola.
E quello che può permetterci di dirlo per gli altri (in questo caso l’editoria) è rappresentato dal fatto che noi per primi, come forza politica, abbiamo rinunciato a diversi milioni di euro che ci sarebbero stati versati come “rimborsi elettorali/finanziamento pubblico” (oltre ad esserci auto-ridotti lo stipendio).

Perché un italiano in Svezia dovrebbe votarti?
Per tutto quello che ho avuto modo di illustrare sopra, se l’italiano in Svezia vuole tornare a vedere il suo paese con orgoglio, rappresentato da cittadini veri, non mestieranti della politica, persone che considerano la politica come un servizio civile e hanno già dimostrato a livello locale (vedi a Parma con il Sindaco Pizzarotti o in Emilia, Piemonte o Sicilia dove sono la prima forza politica) di essere gli unici che possono davvero attuare un modo diverso di fare politica, che rimette il cittadino al centro e gli da la voce e il peso che merita.
Pensino, gli italiani in Svezia, quando sentono le promesse dei soliti partiti, quali risultati ricordano del loro parlamentari uscenti eletti all’estero e poi traggano le loro conclusioni.

Questa è molto probabilmente l’ultima occasione che l’Italia ha per ripartire, un treno che non passerà un’altra volta, ed è meglio non perdere!

Fonte


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